8 gennaio 2014

Ma il cesso?

Era il 1986.

Con un ultimo Colpo da Maestro quel bastardo di Murgol si accascia al suolo. È stata dura, anzi durissima: a confronto i sotterranei de La Locanda "Al Cinghiale" ci erano sembrati una passeggiata, anche perché eravamo usciti dal sistema di caverne senza scontrarci con gli uomini del Conte di Gratenfels nella torre di guardia.

Ma La Foresta Senza Ritorno... ehi! Aveva rischiato davvero di essere senza ritorno.

Un po' di tribolo per scoprire che lo Stregone aveva nascosto la pergamena di Re Kasimir nel cavo del suo Bastone Magico e il modulo poteva dirsi concluso con successo. Come era nostra abitudine all'epoca, il Narratore di turno - Enrico - ci mostrò la mappa dell'avventura per la consueta oretta di spoiler durante la quale ci indicava le stanze dove erano avvenuti gli incontri più emozionanti e difficili e quelle che, invece, avevamo tralasciato di esplorare con gran rosicamento per i tesori, gli oggetti magici e le pozioni perse.

Ma, mentre ci mostrava i vari ambienti del Castello di Murgol, ad un certo punto sul volto di Enrico si dipinse un'espressione di sottile sconcerto.

"Che c'è Erì? Te sei scordato qualcosa?"

"No... - ricontrollando più volte le mappe - Aspetta un po'. Ma... il cesso?"

"Eh?"

"Il cesso. Cioè questo è un castello con cucine, stanza del tesoro, celle per i prigionieri, torri di guardia, magazzini... Ma non c'è nemmeno una latrina."

Scoppiammo tutti a ridere, ma da quel giorno quando uno di noi doveva disegnare un dungeon si premurò di mettere un buco per fare i bisogni o, se non lo faceva, precisava che nel luogo dove ci stavamo muovendo aleggiava il fetore degli escrementi!

1 commento:

  1. La foresta senza ritorno è veramente un'avventura molto bella, una volta l'ho anche riciclata per Kata Kumbas.

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